Guglielmina Schianteschi, Contessa di Montedoglio was born in 1463 to an old Tuscan family of landed nobility and married in 1483 to Florentine patrician Luigi della Stufa.  Over the course of their marriage, the couple had eleven children, nine of whom reached adulthood. A strong-willed matriarch who managed her family’s business and legal affairs largely single-handed after her son’s involvement in a plot against the Florentine Republic and her husband’s subsequent exile, the Countess died in 1536.

Letter of Guglielmina Schianteschi to Luigi della Stufa:

 Luigi mio carissimo,

io s[t]o per ancora qui a Montedoglio dove starò fino a martedì che saremo a dì 25 e a dio piacendo martedì me n’andrò al Calcione e la finisco tuto el grano che ve e forse se sara guadagnato el soldo al opra se deve questo mese de maggio. Iddio ci aiuti lui che po qui se venduto e per la via che venderò tanto grano che stimo se farà ducati dugento de quali sono remesi al podestà d’Arezzo fine a questo di diventino insuma per me s’è fato e fase cio che se po per fare danari vero sapiate poi che sono fuori io ho remesi tuti questi danari ne devo ducati 206, 100 da Castiglione, 110 de qui che fano la soma di ducati 416; ma questi e uno canolo che non se riempiera mai, siche Luigi per l’amore di dio non spendiamo più fino che non siamo fuora di debito che ve ne prego io per me non cie vezo modo a casi nostri se non laiuto de dio. Io come o deto stimo fare ancora qui ducati 100 e al Calcione 140 o 200 che ne voglio dare 200 a Santa Maria Nova in ogni modo e secondo m’avisate ne dobiamo unire debito al bando 80 o [cancelled 14] 100, siche se vora dio sta  io senza uno quatrino insuma per me se fato utile quale le po ma fine non leva le spese staremo sempre con questa ansietà. Qui s’è dato a credenza circa 700 staia di grano e cicoria 400 a credenza et resto s’è venduto e per resto quelo s’è dato a credenza staia [page loss] si a posuto benisimo farnse uno prezo de 4 lire lo staio qui non cie da pigliare uno soldo de nula. In suma a bisogna che dio ci aiuti lui che po. Vedete se le  chose g[u]agiu ci ocorono dietro ove mandavo e qui di dieci pezi de carne seca e altreza che ve e quando fu a Montevarchi la gli fu tolta e dicie e un frodo io ci o mandato insuma non lo potuta n’avere io. In domenica viene qui el proveditore cioe messer Caponi vedremo se cie sara remedio nisuno per riaverla che mai piu ove fu deto mila piu cinque. Come ho deto domenica viene qui la dona del podesta d’Arezzo overo Capponi insuma e m’ano avisato che sarano 14 cavalli e 20 persone che vano ala Vernia noi ci esforzeremo fargli più onore se potrà benche qui non se po respeto ala casa picola  e ale stale faròle el meglio se potra el paiese fara le scuse. Ho visto le vostre lettere e cie una cosa me di consolazione e questo sie che voi siate sano e cosi e fanciuli che dio ve mantenga.  Come avete visto e se iremediato che el maestro e stato licenziato siche diteli atenda a cotesti fanciuli con deligenza che io velo prego quanto posso questi nostri garzoni se portano asai bene pure chi a provato a stentare fa più conto del godere che chi non a provato idio cie dia grazia che se cognoschino che facia per loro io ho fato fare di molte cagione per loro e cosi per la mana idio desponga quelo sia el meglio d’ogni cosa; se a voi pare mila ani che io torni pensate quanto paia a me che non ho mai bene ne d’animo ne de corpo e insuma io non ne voglio pur da questa urlar. Ho visto la letera de la Dianora e cosi quela de Gino insuma io ho dua vostre: l’una de di 10 e l’altra degli undici e dico che se vole pensare alo informare che poi non basta Luigi mio a noi bisogna levare tute le spese per piccole che le sieno e di poi fare uno buono animo e aiutarsi el piu che se po e pregare idio che ci aiuti lui che po el dare despiacere l’uno al altro non igova anula pur presto a me inviliscie siche per l’amore de dio non me ne dite piu io sono fuora per fare danare e crediate non m’è bisogna sprone perche n’o pur troppo e dio volese che voi e nostri figlioli desideraste tanto l’oscire de debiti quanto lo desidero io che n’usciremo presto. Non so che me dire piu perche me pare avere deto tropo pure altri bisgona con chi uno a sicurta; al’amico se levato una popa in modo non se ci po asetare. Voi vedrete per una sua letera sarà in questa la quale io abi ieri benche sia del primo, di pacienza e forse questo tempo n’arecherà un’altro insuma tuta la mia fede in dio perche so l’animo mio che mai non fu se non de fare bene el dovere a ognuno io so che questo piace molto a dio e pero ognun de speranza e fede in lui. A voi mi racomando a Montedoglio a di 19 de magio 1512.

Vostra Guglielmina de la Stufa

ASF GCS, Filze, Pezzo 121, 2, Ia, c.1

Transcription by Lisa Kaborycha

RESOURCES

Catherine De Luca Guglielmina Schianteschi (1463-1536): A Tuscan Countess and Florentine Citizen, Ph.D. diss., University of California, Riverside, 2004.

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